RECENSIONE

di TONIA

Libraia | Content Editor

BLACK SQUARE

la fuga del giovane Holden

di Maria Rosa Petti

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Che cosa succederebbe se tutti i libri diventassero scatole vuote?
E noi ci trovassimo a convivere senza saperlo con il capitano Achab e Don Chisciotte? E se un bel giorno ci ritrovassimo al bancone di un bar a sorseggiare un cappuccino con Mr. Darcy o a fare la sfiancante fila al supermercato con uno dei fratelli Karamazov? «Ehi, signorina, dico proprio a lei, le è caduto il fazzoletto dalla borsa!» per poi scoprire di star parlando con Desdemona alla fermata dell’autobus.

Tutto un po’ surreale, non trovate?
Ma in un romanzo come “Black Square – La fuga del giovane Holden” non lo è affatto. Maria Rosaria Petti ci fa infilare in una storia che ha tutte le sembianze del quotidiano e della realtà: le case sono radicate al suolo, le città sono geograficamente sistemate al loro posto, Pietro Maltese è un editore che come la maggior parte degli editori italiani cerca di non fallire e Miep è una donna che vive nel Kent e che si ammala, del tutto umana, del tutto mortale.

Eppure, l’alone di mistero inizia a farsi sentire già dalle prime pagine
Quando il triangolo Roma-San Pietroburgo-New York diventa lo scenario di vicende che sembrano del tutto sconnesse tra loro ma che in realtà sono un’unica storia: quella di personaggi che scappano dalle pagine dei loro libri per diventare, semplicemente, persone. Così a San Pietroburgo ci imbattiamo in un giovane disperato che dice di aver trascorso l’ultima settimana con una donna di nome Natasha Rostova (che so, vi ricorda qualcuno?) che è improvvisamente scomparsa all’Hermitage, nei pressi del quadro Black Square di Malevic “un interruttore, come quello che usiamo per accendere e spegnere la luce di una stanza […] Qui la storia si può spegnere, qui si può farla ripartire”. Insomma, questo quadro è un po’ come l’armadio de “Le Cronache di Narnia”, una porta dalla quale si entra e si esce per fare un salto da una realtà all’altra. Dentro al quadro personaggio, fuori persona.

Gli uomini dell’Interpol iniziano a indagare
E il mistero si infittisce quando scompaiono di punto in bianco tutto le copie esistenti di due libri: “Il giovane Holden” di Salinger e “Il diario di Anne Frank”. Il lettore ci mette poco a comprendere che proprio Holden Caulfield e Anne Frank se la sono svignata dalle pagine dei loro libri per andare a vivere rispettivamente a New York e Amsterdam. Cosa cercano? Una vita che scavalchi i confini rigidi e già scritti della pagina bianca e si getti a capofitto nella multiforme realtà delle persone, dove tutto può succedere e può accadere. Parliamoci chiaro, come dargli torto?

Tutte le storie confluiscono in quella di Pietro

Un uomo che improvvisamente si ritrova a fare il padre e a combattere con i fantasmi di un passato che non passa perché è ancora presente. In un vortice pirandelliano in cui i personaggi combattono una personale e nemmeno troppo silenziosa guerra nei confronti di quegli autori che non gli hanno reso proprio la vita semplice, il finale ci sorprende e ci rendiamo conto che non tutto quello che ci aspettavamo accadesse è davvero accaduto. Quel quadro all’Hermitage ci lascia sorpresi, un po’ spiazzati e racconta più di quanto il suo monocromatismo non vorrebbe.

In definitiva, “Black Square” è un romanzo in grado di consolarci

Ci sono pagine che ci fanno male e ci strattonano, ma sa anche prenderci per mano e farci rialzare. Appaga quel desiderio, quel senso di vuoto che proviamo quando chiudiamo un libro e avvertiamo salire da una parte non ben definita del nostro stomaco una inaspettata mancanza. I personaggi ci mancano come un familiare lontano, con un amore che non vediamo l’ora di riabbracciare, come un figlio che si sposa e va via di casa. Ci mancano e vorremmo incontrarli ma sappiamo che per essere, per esistere, non c’è posto più fertile e vivo delle pagine dell’autore che li ha generati.

Maria Rosaria Petti spezza l’incantesimo
E poi lo ricrea con maestria e anche se apparentemente il cerchio si chiude, tra l’inizio e la fine della storia, ci insegna che tutto è cambiato, che noi non siamo più uguali, che abbiamo compiuto un viaggio, che siamo entrati e usciti da Black Square e qualcosa ci è rimasto, inevitabilmente e meravigliosamente, attaccato al cuore.

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