“Confessioni”, parola fondamentale del titolo e forse anche ambiziosa per i richiami letterari che potrebbe evocare, è un percorso autobiografico, un’autoanalisi, una riflessione sulla lettura, o meglio sui libri, che hanno così profondamente segnato la mia vita di bibliomane piuttosto che di bibliofilo.

Un percorso che attraversa la fine del secolo scorso e arriva al primo ventennio del nuovo e che, implicitamente, può fornire, attraverso la mia esperienza di lettore, una possibile lettura di eventi e storie che hanno attraversato la mia piccola vita e la grande storia.

In questo racconto privato mi è venuto spontaneo ragionare su temi e problemi di varia natura, senza nessuna pretesa di chissà quale compiutezza perché, come si capisce da alcune mie letture, amo coltivare il libero esercizio della curiosità e del dubbio, il selbst denken di una autrice particolarmente cara come Hannah Arendt, ma senza mai prendere la stupida scorciatoia del relativismo. Intenzionalmente non ho ampliato il testo, anche se questo ha significato tener fuori tante letture e tanti libri amati, per mantenerne il carattere di spontaneo flusso di memoria. Soprattutto devo questo libriccino all’amicizia degli Editori, simpatici compagni di letture e al desiderio di lasciare una testimonianza dell’amore per i libri a Lucìa a cui è dedicato.

Sergio Bonetti ha insegnato all’Università; ha ricoperto ruoli di un certo rilievo nel campo delle politiche atti- ve del lavoro, occupandosi di piccole imprese e, negli ultimi anni, soprattutto di quelle del settore enogastronomico, per le quali ha promosso eventi legati alla cultura del territorio. Le sue grandi passioni, tra quante si possono serenamente dichiarare, sono i libri − prima ancora che la lettura −, il cibo, il vino, il cinema e l’attuale vertigine dell’universo delle serie tv, le amicizie più varie, che gli permettono continue scoperte ed emozioni.