Se un grande regista di cinema incontra un grande compositore di musica, e i due si ammirano, può nascerne non solo un’amicizia, ma alla lunga – sul filo della collaborazione – sintonia e profondo affetto.
E se il più giovane (il regista) ne vuole tanto dell’altro (che per genio ed età è un monumento alla colonna sonora nel cinema ma anche nella nostra vita) da convincerlo a una lunga conversazione-confessione, può nascerne una preziosa testimonianza, fusione dello specifico professionale ma anche dell’estro dei due protagonisti.
Ennio. Un maestro è tutto questo. E di più.
Giuseppe Tornatore regala un’intervista-fiume – curiosa, appassionata, implacabile – ad Ennio Morricone, che in cambio regala a lui un’apertura che non gli è solita. Una confessione, appunto. Che farà da base – molto più succosa – all’affascinante documentario Ennio.
A chi piacerà questo libro?
Agli amanti del cinema. Ce ne restituisce il sapore; come fil rouge la ricerca per ogni film del suo tappeto sonoro; che dribbli la facile retorica, che sveli allo spettatore altri piani di lettura. E impariamo a cogliere il senso profondo che la musica può assumere in un film.
Agli amanti dello spettacolo in generale: tantissima aneddotica – sfilano la tv e il cinema dai ’60 ad oggi, con episodi curiosi, inediti, divertenti (sì, perché lo schivo e severo Morricone è anche un conversatore divertente).
Agli amanti della musica tout-court: Ennio ha sempre tenuto alla sua natura e formazione di “musicista assoluto”. E ti spiega come riusciva a infilare un canone di Monteverdi nell’arrangiamento di una canzone di Gianni Morandi; non dimentichiamo che i suoi esordi furono nel varietà Rai e nella discografia leggera. Un colto insight alle radici del ritmo e dell’armonia.
Questo libro potreste sorprendervi ad amarlo.
Recensione a cura di Mario Conti