Alla ricerca della città perduta. Iniziare con una tranquilla e casuale passeggiata e finire travolti nel gorgo della curiosità per una Roma estrema, sconosciuta e vivace, apparentemente derelitta ma foriera di sorprese. “In quegli aspri quartieri orientali da reinventare…”, racconta il New York Times del 21 dicembre 2023 parlando di Roma Est, ed è l’appropriata descrizione di questa parte contraddittoria della metropoli, in cui non si impiega molto a ripensare i luoghi: basta osservarli con uno sguardo diverso. Come sosteneva Marcel Proust “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” e il versante orientale si presta a essere soggetto ideale di tale mutazione ricca di scenari inconsueti, ormai smarriti nella città ufficiale. Nati spontaneamente e cresciuti disordinatamente – il nuovo che si innesta nell’antico, il casuale che abbraccia l’ufficiale, la storia che ravviva la memoria – i quartieri compresi tra il V e il VI Municipio, in “Roma cerca Roma” si spogliano a mano a mano dell’immagine stereotipata di quartieri difficili per assumere una diversa connotazione, quella di uno scrigno di ricchezza e di complessità. Un cambio di prospettiva, sostenuto dalla scoperta di un ineguagliabile patrimonio storico-archeologico per lo più sconosciuto o, peggio, colpevolmente trascurato, che ne fa il secondo sito al mondo per ricchezza di testimonianze, dopo i Fori. E non solo. A Roma Est anche il vecchio borghetto o l’arrogante torre del palazzo popolare raccontano vite, tormenti, speranze e voglia di riscatto. Perfino un mezzo di trasporto assume la dignità di un bene comune da cui è difficile separarsi. Articolata in tredici capitoli, la narrazione, più che tracciare percorsi prestabiliti, si sofferma sugli elementi del paesaggio, seguendo un percorso ideale che parte da Porta Maggiore, punta del triangolo racchiuso dalle consolari Prenestina e Casilina e luogo iconico per antonomasia. Come tanti altri siti che si incontrano durante il percorso e alla cui esistenza, noi cittadini distratti dal fervore metropolitano, non guardiamo mai con occhi diversi.
Dialogano con l’autrice:
Olga Di Cagno
Francesco Palombi