
Nuovo ciclo di incontri culturali mensili, sempre di domenica pomeriggio, arricchito da documentari audio-visivi sia in francese che in italiano, presentati e spiegati dal professore Edmond Galasso.
Il tema principale di questi nuovi incontri si sviluppa intorno alla rivalità secolare esistente tra Francia e Italia, non solo attraversando i vari eventi politici, economici, religiosi, artistici tra le due nazioni, ma anche servendosi dei volti storici che hanno fatto la storia, dal Medioevo all’epoca contemporanea; a partire dai rapporti pacifici e bellicosi intercorsi fra i due paesi, per poi approfondire le figure di Bonifacio VIII, Garibaldi, Re Filippo il Bello, Francesco Primo di Valois, Leonardo da Vinci, Caterina dei Medici, Maria dei Medici, Re Enrico IV di Francia, il cardinale-ministro di Francia, Mazzarino, il musicista Giambattista Viotti compositore presunto della “Marsigliese”, la contessa Migliacci con Napoléon in fuga dall’Elba, la regina di Francia, Maria Adelaide di Borbone, lo scrittore Alexandre Dumas con la spedizione dei “Mille” e molti altri personaggi cardine.
Sua Eminenza Giulio Mazzarino, un cardinale italiano naturalizzato francese per il Regno di Francia!
(1642-1661)
Questo abruzzese di Pescina divenne l’uomo più ricco e più potente di Francia, in carica dal 4 dicembre 1642 al 9 marzo 1661.
Insediandosi dopo la morte del cardinale de Richelieu, Giulio Mazzarino instaurò una lunga reggenza guidata dalla regina madre, Anne d’Autriche, confidente e, secondo alcuni, sua amante fino alla maggior età di re Luigi XIV – futuro “Re Sole”.
Per 21 anni dovette affrontare tutta una serie di eventi politici, istituzionali e geopolitici: dalle rivolte della “Fronda” parlamentare (1648-1649) alla “Fronda” nobiliare (1649-1653), conclusesi con la sconfitta degli insorti, portando nel frattempo a termine la Guerra dei Trent’Anni (1618-1648), seguita da un lungo conflitto con la Spagna (1649-1659), che permise al cardinale di elevare la Francia a grande potenza europea.
Dopo la sua morte lasciò al giovane re Luigi XIV una cospicua eredità finanziaria e un modello politico – istituzionale d’eccellenza per lo Stato e per lo stesso Luigi, il quale battezzò la monarchia assoluta con la famosa replica: “l’Etat, c’est moi!”