Il 10 settembre 1943, dopo due giorni di durissimi combattimenti, le truppe tedesche riuscirono a conquistare Roma iniziando così i 9 mesi di occupazione. Oltre alle angherie e ai soprusi dei nazisti, la popolazione, già affamata e duramente provata da 3 anni di guerra, dovette subire anche la tracotanza e arroganza dei fascisti “risorti” dal nuovo regime della Repubblica Sociale Italiana, che collaborarono e si resero complici del giogo tedesco.
Già dal mese di settembre si formarono le prime organizzazioni di Patrioti, sia delle formazioni dei Partiti politici, sia dei militari, Ufficiali, Sottoufficiali e soldati di tutte le Forze Armate, che, rifiutando di essere inquadrati nelle formazioni della RSI, entrarono in clandestinità. Fu il Colonnello Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo a creare il Fronte Militare Clandestino, un’organizzazione che ebbe un ruolo fondamentale nel panorama della Resistenza sia romana che nazionale.
Grazie alla personalità carismatica e alla lungimiranza di Montezemolo ci fu una proficua collaborazione tra il Fronte Militare e i Partiti politici, organizzati nel CNL, i quali si scambiarono consigli, idee, ma soprattutto si sostennero vicendevolmente in maniera anche pratica (ad esempio le armi, le munizioni e gli esplosivi che i militari fornirono spesso ai partigiani dei GAP o di altre formazioni). La dura lotta intrapresa contro i comuni nemici, i tedeschi e i loro alleati fascisti, dimostrò come la causa intrapresa in maniera unitaria, i valori comuni di Libertà e di Patria, fossero predominanti sulle divergenze di idee politiche.
Dialogano con l’autore:
Carlo Palumbo, professore e storico;
Aladino Lombardi, già presidente ANFIM e storico.