I CONSIGLI DEI LIBERNAUTI,
docenti e amici di ELI in veste di LIBRAI
il male oscuro
di Giuseppe Berto
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La recensione
Ho appena finito di leggere un bellissimo romanzo. E’ IL MALE OSCURO, di Giuseppe Berto.
Lui, che era piaciuto a Hemingway, era invece osteggiato dalla cricca di intellettuali organici che dominava in Italia all’epoca della pubblicazione (1964); ma ugualmente vinse il Campiello e il Viareggio di quell’anno.
Senza che vi allarmiate, è la storia – praticamente autobiografica – della nevrosi grave (il male oscuro) di uno scrittore che conta sulla gloria che gli verrà da un romanzo intrapreso con grandi aspettative.
La forma è un flusso di coscienza con poca punteggiatura e lunghi capitoli; cosa che me ne aveva tenuto lontano per anni a dispetto delle perorazioni di Grazia – mia moglie – che, raggiunta l’ultima pagina sulla spiaggia, se ne andò a piangere da sola in riva al mare.
Aveva ragione lei. La forma, intanto: vi dico che malgrado le premesse quella prosa è stupenda, tutta la punteggiatura mancante non fa che restituirci i moti e le associazioni dell’animo così come prendono forma nella nostra mente; il lessico apparentemente semplice e colloquiale ha incastonate espressioni raffinate, parole belle e desuete.
Ma la sostanza: un viaggio dentro le insondate e inconfessate (ma da lui confessate senza inibizione) pulsioni che ci portiamo dentro per tutta la vita. Il rapporto col padre, insanabile quanto inestricabile.
Poi intorno alla vicenda individuale scorre l’Italia del boom, la vita un po’ scioperata degli scrittori di Cinecittà, gli incontri maldestri, l’osservazione di una società ipocrita e arruffona.
E, sembrerà strano ma non lo è, questa storia drammatica gronda momenti divertenti, autoironici, situazioni paradossali che fanno pensare alla migliore commedia italiana dei ’60-’70. Politicamente scorretto – Dio lo benedica – ma in realtà dotato di morale e compassione a non finire.
Se non vi ho fatto passare ogni voglia, leggetelo anche voi.
Recensione a cura di Mario Conti
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