SAI COSA HO LETTO?
“L’isola che non c’era”
di Leonardo Bonetti
Il commento dell’autore
Casa editrice
Il ramo e la foglia Edizioni
Pagine
160
Prezzo
€ 15,00
Il commento
Ho iniziato a scrivere dell’isola ormai nove anni fa. Era uscito allora un mio piccolo volume dal titolo A libro chiuso, sorta di manifesto in frammenti di prosa poetica da cui, con ogni probabilità, questo mio ultimo romanzo ha preso a germinare lentamente. Così che l’isola oggi mi sembra incarnare, per certi aspetti, un libro schiuso, un’opera venuta alla luce da una zona magnetica difficile da raggiungere. Quasi per difendere un segreto.
Si tratta di un testo e un racconto che rimette in discussione l’autore. Lo dimostra il nome del protagonista, Leo, davvero troppo simile al mio; un giovane sprovveduto e offeso dalla realtà delle cose che, dopo essere stato abbandonato dalla ragazza e dalla famiglia di elezione, vive un vero e proprio naufragio del sentire. Per questo decide di partire e prendere la sua via di fuga. Quella che, citando il testo, può definirsi la sua piccola e “timida” rivoluzione. C’è un luogo infatti di cui si parla da tempo, una terra emersa dalle acque al largo della Sicilia. Lì, sembrerebbe, si è raccolta una comunità poco numerosa d’eguali, ognuno nel rispetto delle prerogative dell’altro. Una sorta di isola felice, di enclave protetta e gelosa di se stessa.
Nell’immaginario di Leo il luogo appare un paradiso, un giardino recintato; anche se ben presto il dubbio si fa strada in lui.
Fatto sta che, utopia o realtà di sogno, Leo parte alla volta dell’isola spinto dal gioco della sorte con tutto il carico di ingenuità che lo contraddistingue.
Il primo approdo e l’ospitalità degli uomini e delle donne che vivono sull’isola conducono Leo lungo una linea sottile, tra incanto e disincanto. Aldina e Giorgino, il Dottor Elwin, i Poyka, personaggi che si presentano l’uno dopo l’altro, guidano Leo attraverso l’isola e i suoi luoghi più enigmatici: Surdo, Curi, Salicundo, villaggi sperduti, isole nell’isola; e ancora strani opifici, una casa delle gravide, il necrolario, la casamatta sulla montagna.
L’isola, pur avendo messo al bando ingiustizie ed esclusioni, nasconde un segreto, un’incoerenza, uno scandalo; assediata dai mari, dalle alte mura di un paradiso divenuto prigione, somiglia sempre più all’avamposto di un’idea. È questo viaggio che Leo affronta con la curiosità di chi deve ancora vivere la sua esperienza. È questo viaggio che è chiamato a compiere il lettore.
Leonardo Bonetti
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