Dalle prime righe del romanzo il male ci insegue e ci incalza sino ai confini della libertà.
Remarque ricostruisce l’odissea di un uomo innamorato, in fuga dalla ferocia del nazismo e dai propri fantasmi sino alla soglia della salvezza.
Siamo nel ‘42, a Lisbona, porta di fuga sull’Atlantico dagli orrori di una guerra insensata e anche limite estremo del mondo perduto dalla follia di un dittatore.
Schwarz, il protagonista, ha due biglietti di sola andata per imbarcarsi con la moglie su una nave che salperà il giorno successivo per condurlo in America, per condurlo alla libertà.
Eppure l’uomo decide di rinunciare alla partenza, la donna della sua vita è rimasta intrappolata nella ragnatela della furia nazista e lui è pronto a regalare a uno sconosciuto, in fuga come lui, il suo futuro.
Schwarz propone però un patto allo sconosciuto : lui dovrà ascoltare la sua storia nel corso della lunga notte e in cambio gli cederà i biglietti per l’America.
Le drammatiche vicende personali dei fuggiaschi che si scambiano i rispettivi destini, s’incrociano con l’algida indifferenza della storia, con i crimini della cieca follia che non esita a barattare le vite umane con feticci ideologici tanto inutili quanto crudeli.
Il racconto ci svelerà tra avventure, paure, felicità inattese, il senso più profondo del vivere quando non si ha più nulla da perdere.
Sono trascorsi ottant’anni da quel 1942 e oggi nuove ombre originate da una simile follia si allungano come allora sull’Europa.
I mostri nella storia si assopiscono ma non muoiono. Mai !
Remarque ha scritto questo romanzo per ammonirci e ricordarlo.
Recensione a cura di Emanuele Ludovisi