SAI COSA HO LETTO?
“La città dei vivi”
di Nicola Lagioia
La recensione di Lorenzo Santucci
Casa editrice
Einaudi
Pagine
472
Prezzo
€ 22,00
La recensione
“Non siamo in grado di dire chi siamo, figuriamoci pensare di poter definire chi potremmo essere. L’unica certezza è che non vorremmo mai vestire i panni dei sopraffatti, dei subordinati. Delle vittime. Nicola Lagioia nel suo La città dei vivi, edito da Enauidi, rigira la domanda al lettore con una riflessione che lo accompagnerà per l’intero libro: e se fossimo noi i colpevoli? Se un giorno venissimo chiamati a interpretare il ruolo dei carnefici? Il più razionale allontanerebbe questa realtà grazie alla conoscenza di se stesso – nel bene e nel male. Compiere del male, psicologico e perfino fisico, fortunatamente non appartiene a tutti, ma sarebbe un errore considerarsi estranei a questa eventualità. Piuttosto, sembrerebbe essere una questione di fortuna.
Di un’intensità a volte asfissiante, Lagioia ripercorre uno dei casi di cronaca nera più crudi. L’omicidio di Luca Varani per mano di Marco Prato e Manuel Foffo viene vivisezionato in tutti i suoi aspetti, senza risparmiare dettagli che mostrano fino a che punto l’uomo è capace di arrivare. Un argomento spinoso, dove inciampare non solo è facile ma anche obbligatorio: bene, Lagioia non solo non cade ma riesce a guidare chi lo segue lungo un percorso fatto di riflessioni personali, alcune esperienze vissute e altre che potevano essere ma che, proprio per quella fortuna di cui sopra, non si sono realizzate e lo hanno portato a riflettere su ciò che lo circonda. Cronaca, biografia e sociologia convivono nelle stesse pagine dando vita a uno dei manoscritti più profondi degli ultimi anni. Se l’individuo è capace di arrivare anche oltre l’inimmaginabile, non facendosi bastare un delitto ma infliggendo sofferenze gratuite, quanto influisce la società sulle sue azioni? Una Roma decaduta fa da sfondo alla narrazione, una città devastata come i personaggi della storia. Un luogo dove l’insofferenza di chi lo abita si mischia al degrado urbano, dando vita a un esemplare unico nel suo genere. Talmente unico che ha riesce a splendere anche così, specie agli occhi da chi viene da altre realtà e rimane incastrato nel fascino dei suoi difetti.
Una Roma imborghesita ma povera, dove il materialismo e l’apparenza hanno preso il sopravvento. Lagioia, forse inizialmente con neanche troppa consapevolezza, riesce a descrivere perfettamente il disagio di due generazioni, le quali hanno a disposizione tutta l’insufficienza possibile e a cui manca l’essenziale che, inevitabilmente, colmano con le scelte sbagliate.
Un libro che va oltre ogni aspettativa, che merita di essere letto con le giuste pause per dare il tempo alla mente di metabolizzare quanto appreso. Una storia di cronaca nera che riguarda, ovviamente, poche persone ma che sono l’estrema rappresentazione della nostra società.”
Lorenzo Santucci
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