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le nostre anime di notte

di Kent Haruf

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La recensione

“Le nostre anime di notte” di Kent Haruf è un libro che arriva al cuore prima che alla mente. Questa breve storia, intensa e delicata, dal titolo evocativo, si legge d’un fiato, ma soprattutto compie il miracolo di spogliare il romanticismo dal superfluo. Così che una storia d’amore, inaspettata e imprevista, si trasforma in un colloquio tra anime.

“Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare. (…)”. È da questo invito che scaturisce la storia di Addie Moore e del suo vicino di casa, Louis Waters, due vedovi in età avanzata, che soffrono la solitudine e il vuoto sentimentale in cui è precipitata la loro vita. Nasce un’amicizia particolare, fatta soprattutto di incontri notturni che presto diventano un rituale atteso e desiderato, da cui prende senso l’intera giornata dei due. Il lettore entra nelle pieghe di confidenze sussurrate sotto le stelle, di gesti premurosi, di sentimenti nascenti, di ricordi condivisi. 

Ma la relazione tra Addie e Louis sarà ostacolata dai pregiudizi della comunità di Holt, il paese immaginario del Colorado che fa da sfondo anche alla “Trilogia della Pianura”, il capolavoro che ha dato giustamente fama all’autore. 

La mentalità becera e provinciale da un lato, l’avversità dei figli dall’altro, costringono Addie e Louis a camminare in bilico tra l’urgenza dei sentimenti e il coraggio di rivendicarli. Dolorosa e inevitabile la scelta finale tra la libertà e il rimpianto.

“Le nostre anime di notte” è il testamento spirituale di Kent Haruf, uno dei protagonisti della letteratura americana contemporanea, scomparso nel novembre del 2014, proprio mentre era impegnato nella stesura di questa storia delicata ma ben congegnata. 

Esaltata nella sua semplicità da una prosa essenziale e priva di orpelli, capace di creare immagini persistenti. Significative anche le pause e i silenzi che tanto avvicinano la letteratura alla vita reale.

La malinconia nella scrittura di Haruf resta solo un lampo sullo sfondo. “Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici”.  Non c’è un tempo per innamorarsi e per vivere.  

La vita ci riserva sempre qualcosa, anche quando non ci aspettiamo più nulla e “a me sta piacendo più di quanto io pensi di meritare”.

Recensione a cura di Marina Marinelli

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