I CONSIGLI DEI LIBERNAUTI,
docenti e amici di ELI in veste di LIBRAI
L’architettrice
di Melania Mazzucco
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La recensione
Alcuni autori sanno donare ai romanzi storici quel “qualcosa in più” che me li rende irresistibili, e Melania Mazzucco fra i molti senz’altro eccelle. Questa magica alchimia per me si crea quando ad una rigorosa narrazione storica si intreccia una lettura acuta e ricca di guizzi interpretativi capaci di rendere vivo e palpitante il periodo storico narrato.
Plautilla Bricci, la protagonista, è realmente vissuta a Roma nel ‘600. Il padre è dotato di una vena artistica poco educata e mai sbocciata definitivamente ma alimentata da una curiosità poliedrica. Di Plautilla intravede le potenzialità e non la ostacola, anzi la spinge verso la strada dell’Arte seppur con i limiti di una visione subordinata ai tempi.
La figlia però va oltre il progetto paterno fino ad essere insignita ufficialmente (prima donna nella Storia) del titolo di Architettrice: “Tirar su una casa. Scegliere le tegole del tetto e il mattonato del pavimento. Immaginare facciate, logge, scale, prospettive, giardini. Per quanto ne sapevo una donna non l’aveva mai fatto”.
Plautilla conosce perfettamente il prezzo da pagare per una simile vertigine: restare nell’ombra, senza mai “dare scandalo” e sperare che nel tempo questo vincolo possa allentarsi poco a poco. Non sarà cosi, e la condizione dell’oblio si intreccerà due secoli dopo con le vicende storiche della Repubblica Romana fino a cancellare ogni traccia del suo capolavoro ….. ma per sapere qual è dovete leggere il libro e vi assicuro che ne vale la pena!!
L’oblio che avvolge e al tempo stesso protegge Plautilla rimane fittissimo fino alla pregevole opera della Mazzucco; scoprirete ad esempio che suo è il primo progetto della scalinata di Trinità dei Monti, e questa non è una ricostruzione di fantasia perché i disegni sono conservati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana e recentemente sono stati il fulcro di una bellissima mostra a lei dedicata presso la Galleria Corsini di Roma.
Posso solo aggiungere che, se piace il genere, è uno di quei rari libri per cui si tarda a prendere sonno la notte…
Recensione a cura di Nicoletta De Menna
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