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“Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo”

di Svetlana Aleksievic

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La recensione

Svetlana Aleksievic, premio Nobel per la letteratura nel 2015, condensa in questo libro straordinario, l’essenza dello spirito che ha permeato la nascita e la storia dell’Unione Sovietica, le illusioni, i sogni e poi le grandi disillusioni di uomini e donne che hanno vissuto e creduto nel comunismo e che oggi hanno difficoltà a orientarsi in un mondo profondamente cambiato. 

Tempo di seconda mano è un’incredibile sinfonia di voci, di speranze, di sogni rimasti a galleggiare nella testa di uomini e donne che hanno vissuto le aspettative della rivoluzione, poi la tragedia dello stalinismo e, infine, le vicende che hanno condotto alla fine dell’URSS. Il dolore e le atrocità vissute (raccontate in modo asciutto e per questo ancor più drammatico dai protagonisti) non portano a rinnegare il proprio passato, al contrario, lo spaesamento è soprattutto nei confronti di un presente nel quale in tanti stentano a riconoscersi. 

È emblematica l’affermazione dell’ultra ottantenne Vasilij Petrovic, membro del Partito fin dal 1922: “Vivo da troppo tempo, non si dovrebbe… non è opportuno… anzi pericoloso. La mia epoca è finita prima della mia vita. Invece bisognerebbe morire e vivere nella propria epoca”.

In questo libro, che aiuta a orientarsi su quanto è accaduto in Russia in questi ultimi anni, l’autrice non contrappone vittima e carnefice: entrambi contribuiscono alla tragedia. È per questo che Aleksievic intitola la premessa Memorie di una complice, riportando la propria testimonianza per porsi lei stessa come una delle voci all’interno del coro. 

Le storie raccontate travolgono, feriscono, fanno male: è un’umanità che non si fa compatire, ma che ci sollecita a comprendere cosa furono quei sogni e quelle disillusioni.

Recensione a cura di Francesco Serra Di Cassano

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