La storia di “Viaggio nel passato”, romanzo breve di Stefan Zweig , è costruita con sapienza e raffinata capacità di entrare nell’anima e nella psicologia dei personaggi , che in un “sistema “ perfettamente equilibrato svelano pagina dopo pagina al lettore la loro natura , le loro inclinazioni , i sogni più intimi.
Il protagonista è Ludwig, ragazzo ambizioso e tenace che nasconde dietro una “ straordinaria competenza… la ferita ancora purulenta di una giovinezza profanata, rovinata dalla povertà e dalle elemosine” (cit.).
Aiutante del protagonista è il Consigliere G. , direttore di una prestigiosa fabbrica di Francoforte.
Aiutante e al contempo OGGETTO del DESIDERIO è la moglie del Consigliere, donna angelo per dirla con Dante , madonna borghese, la definisce l’autore, “dolce e rassicurante , dalla serena consapevolezza di sé e la cui bontà conferiva a ogni suo gesto un’aura materna”.
La conquista e l’ amore della donna angelo sono oggetti del desiderio ma lo sono anche il successo , il riscatto sociale , la realizzazione di sé da parte del protagonista. Giocano il ruolo di oppositori all’amore il lavoro e la lontananza, mentre essi diventano indispensabili aiutanti nella conquista del successo.
L’autore prende per mano il lettore-bambino e lo accompagna in questo viaggio nel passato a passi sicuri, con sguardo onnisciente, servendosi di una lingua dotta, ricercata nella sintassi e nel lessico.
L’aggettivazione è sovrabbondante ( dolce luce eterea) , la parola ridondante, sempre fortemente evocativa e ricca di similitudini efficaci ( “ come un coltello quel pensiero trapassò la vela gonfia di orgoglio della sua gioia” , o “il dolore esplose con violenza elementare, un evidentissimo, convulsivo dolore fisico, …che gli attraversò tutto il corpo, dalla fronte fino alle profondità del cuore , uno strappo che chiarì tutto quanto , come un lampo nel cielo notturno).
Questo gusto quasi barocco nelle descrizioni, pur non corrispondendo al mio gusto personale , si rivela assai efficace per rendere l’atmosfera del romanzo -scene e dialoghi , personaggi e sentimenti – palpabile e sfumata, accesa e dolente, eternamente VERA.
Recensione a cura di Giuliana Giove